Non storcete il naso, lo dice anche l’enciclopedia Treccani: letame e letizia hanno la stessa radice.
In passato un campo ben concimato e quindi fertile – “laetus” – era fonte di grande felicità, perché significava abbondanza di cibo per tutti.
Nonostante i progressi della tecnica, è ancora così! Il letame infatti, non è semplicemente… cacca di mucca, ma è l’insieme delle deiezioni solide e liquide, mescolate alla paglia usata come lettiera.
Sono le bovine stesse, con i loro zoccoli, a calpestare e sminuzzare il materiale, che viene poi rimescolato nel letamaio, dando inizio a processi di fermentazione.
Le caratteristiche chimiche e fisiche del letame lo rendono tuttora il migliore concime per i campi, perché contribuisce ad ammorbidire il terreno, rendendolo più facile da lavorare, aiuta a drenare l’acqua o a conservarla nei periodi di siccità; e contiene non solo sostanze chimiche, ma anche microrganismi viventi (funghi, batteri) in grado di fornire alle piante il nutrimento che serve loro per crescere e a immagazzinarlo nel terreno per molto tempo.
Se il concime è buono, ai campi non occorre altro per far crescere buon foraggio, con cui le mucche produrranno buon latte, con cui faremo buon Parmigiano Reggiano.
Quindi sì, possiamo affermare che se il nostro Parmigiano è buono… dipende anche dal letame!